(E’ un post lungo, ma è molto utile, leggete fino in fondo e non ve ne pentirete! E se vi va, potete stamparlo, evidenziare i punti salienti, e appenderlo al frigorifero )
Un’altra annosa questione riguarda le regole e le enormi difficoltà nel rispettarle (ops, nel farle rispettare! Intendevo dire nel farle rispettare ai nostri figli! ).
Quando qualcuno mi sente parlare di questo argomento, giunge alla conclusione che io ai miei figli non dia regole e che loro crescano come dei piccoli selvaggi. Non c’è niente di più falso (a parte il fatto che siano dei piccoli selvaggi scherzo, sono bambini vivaci e molto curiosi, e sono perfetti così come sono).
Le regole sono FONDAMENTALI, lo sappiamo tutti molto bene: senza regole non si potrebbe vivere con altre persone, e credo che in fondo in fondo non si potrebbe vivere neppure da soli, perché anche la totale libertà va gestita. Con i bambini questo è ancora più vero perché noi siamo la loro guida, la loro figura di riferimento: avere dei margini e sapere con precisione dove essi siano collocati dà loro sicurezza. Anche se siamo nonni o insegnanti o babysitter, la questione non cambia: loro imparano che ogni luogo ha le proprie regole di comportamento.
Detto ciò, elenco alcuni punti per permettere che queste regole vengano rispettate:
1) Le regole le dobbiamo dare noi, senza paura: siamo noi gli adulti in carica.
Vedo alcune persone che fanno domande ai bambini del tipo “allora, che dici, vogliamo andare a casa?”; il bambino non solo non può dare una risposta a questa domanda perché, davvero, cosa ne può sapere di quel che c’è da fare dopo e di quanto tempo è rimasto? Lui sa solo se si sta divertendo oppure no, per cui NON fate questa domanda a meno che non siate certi di poter accettare qualsiasi risposta. Se ponete invece questa domanda nella speranza che il bimbo vi dia la risposta che volete sentire e quindi non faccia storie per fare ciò che voi desiderate, lasciate perdere, questa si chiama manipolazione ed è un’altra faccenda 🙂
Ma poi c’è dell’altro: il bambino sa – appena nato – che la figura di riferimento (che, lo ricordo, siamo noi genitori) indirizza la vita, ma questa fiducia in noi inizia a venir meno se chiediamo a lui o a lei quel che vuole fare per tutto: cosa mangiare, quando mangiare, se andare dalla nonna, se andare al parco ecc. A un certo punto, il bambino penserà che voi non sapete proprio niente e non siete affidabili, e vorrà decidere tutto lui (e non ne sarà felice, ma sarà pronto ad assumersi – a 2 anni – questa responsabilità).
Ok, i bambini hanno il diritto di decidere, specialmente se sono più grandicelli e riescono a gestire questa libertà, se indossare un certo tipo di abbigliamento li fa sentire a proprio agio o meno, se hanno caldo o freddo, se preferiscono il gelato alla fragola o quello al cioccolato ecc. Ma se si può mangiare per terra e quando (e non è una domanda retorica, noi a casa facciamo un sacco di pic nic in salotto per terra!), l’ora in cui bisogna lasciare il parco giochi, se andare in spiaggia o in montagna in vacanza… non sono cose che possono decidere i bambini, in linea di massima. Quindi, in generale, gli adulti siamo noi e le regole, con dolcezza, fermezza e consapevolezza di quel che stiamo facendo, le diamo noi. Non abbiate timore!
2) Non esageriamo con la quantità di regole e, soprattutto, non esageriamo con i divieti!
Prima di dire NO a tuo figlio, domandati se sia veramente, ma veramente, ma veramente necessario. Perché diciamo sempre NO con il pilota automatico? Un sacco di cose, se ci pensiamo bene, sono possibili (ad esempio, a casa nostra è permesso utilizzare i pennarelli lavabili per dipingere il pavimento, ma non il muro, perché dal muro non vanno via; alla fine del gioco i bimbi devono prendere lo straccio e pulire per terra); basta seguire un attimo il bambino mentre gioca. Come dici? Non hai mica tutto il tempo di questo mondo e, a dirla tutta, neanche tanta voglia di passare ogni minuto con tuo figlio? Eh, lo immagino. Ma quando si sarà arrampicato sull’armadio e poi si sarà appeso al lampadario tipo Tarzan alla liana, temo sarai costretta comunque a lasciare istantaneamente ciò che stavi facendo, per dedicarti alla nobile professione di scimmia urlatrice (per restare in tema di giungla): “Edoardo scendi immediatamente da liiiiiiiiiiiiii!!!! Ma come ti viene in mente di salire su un lampadario??? Sei matto? No! Non lasciarti cadereeeeeeeeee” “Ma mamma, avevi detto di scendere!”. Ecco. Quindi, ti prego, non mi dire che non hai tempo per stare sempre dietro ai tuoi figli, perché il tempo che io ti chiedo di impiegare è sicuramente minore (e più fruttuoso) di quello che comunque, prima o dopo, sarai costretta a usare per seguire un figlio ribelle. Sì, perché far vedere a un bambino come può usare un oggetto come il coltello in sicurezza, e lanciargli uno sguardo/aiutarlo mentre lo usa le prime volte (finché non ha imparato), è sicuramente meno dispendioso in fatto di tempo rispetto a sigillare i cassetti di casa e di qualunque luogo dovesse frequentare in futuro e fare in modo che, dopo aver decretato il coltello off limits, questa regola venga rispettata. Il bambino sarà frustrato nel suo naturale desiderio di imparare, che è l’unica molla che lo fa crescere e lo rende vivo e curioso, e le alternative sono due: o diventerà un bambino amorfo, cristallizzato nel suo ruolo di bravo bambino che non tocca nulla e perde interesse per ogni cosa, perché ha imparato che la propria voglia di esplorare è sbagliata, o sarà un ribelle su tutto, non solo sul coltello, perché le regole sono tante e tali che è veramente impossibile per lui rispettarle, e inizierà a non ascoltarle neanche, visto che la fonte da cui provengono non è un generatore di regole affidabile
Il bambino VUOLE le regole, soprattutto se ci sono fratelli o amichetti le regole servono a loro in primis per organizzare i turni di utilizzo di un gioco, per esempio, ma devono essere regole sagge affinché il bambino possa rispettarle.
3) Dopo aver pensato bene se la regola in questione sia, appunto, necessaria e in che modo declinarla, la regola deve essere rispettata. Naturalmente, bisogna tener conto delle esigenze dei bambini sia nel momento di creazione della regola, sia in quello della sua applicazione. Ma nel momento in cui la decidete, dovreste – salvo casi particolari in cui mostrate flessibilità mentale – restare fermi sulla vostra posizione. Ci vogliono quindi fermezza e autorevolezza, ma ci vogliono altrettanto amore e altrettanta flessibilità, quando vi rendete conto di aver detto una stupidaggine.
Bada bene: ho detto autorevolezza, non ho detto dispotismo, non ho detto urla, non ho detto punizioni/sedie della riflessione, non ho detto lotte di potere perché il genitore non rispettato sente messa in dubbio la sua autorità e deve ripristinarla con la forza; il genitore saggio sa che la sua autorità c’è sempre, e non si sente preso in giro dal figlio che non rispetta la regola, sa che è una fase naturale di crescita: innanzitutto il bambino deve rispettare l’adulto per rispettare la regola, ma soprattutto è giusto, sì, ripeto giusto, che provi a trasgredire, perché sta sperimentando, perché non accetta tutto acriticamente, e dovete essere orgogliosi di vostro figlio se non è un soldatino obbediente, perché se impara da piccolo a essere una persona che obbedisce senza usare la propria testa, non potete pretendere che da grande diventi un pensatore originale e libero, un leader, almeno di se stesso.
Ma quindi, che bisogna fare per far rispettare queste benedette regole?
– RISPETTARE NOI PER PRIMI LA REGOLA (se quando ti arrabbi urli, e sulla rabbia verso i figli scriverò un post apposito, abbi la decenza di non chiedere a tuo figlio di provare un’enorme rabbia verso il fratello ma di esprimerla con garbo e diplomazia); finché non riusciamo a rispettarla noi, non mettiamo questa regola, perché i bambini imparano fin da piccoli quasi esclusivamente dal nostro esempio
– DISIDENTIFICARCI: ossia, essere neutrali verso i nostri figli, non sentirci emotivamente coinvolti dalle loro marachelle. Che vuol dire? Immaginate che i figli non siano i vostri, ma magari solo i figli che i vicini, presi da un’urgenza, vi hanno lasciato al volo a casa per qualche ora. Se c’è un comportamento da gestire, lo fate senza sentirvi delle persone orrende che non sono riuscite a tirar su un bambino educato, perché è il figlio dei vicini, mica il vostro! Ecco, questo è l’atteggiamento mentale da tenere con i nostri figli, perché noi siamo genitori perfetti SEMPRE, anche quando i bimbi sembrano indemoniati, e anche i bambini sono perfetti SEMPRE: quel che fanno non lo fanno con l’intento di destabilizzarci, di farci un dispetto, di trovare il nostro punto debole e affondare il coltello, ma semplicemente sperimentano, richiedono la nostra attenzione, vogliono essere guardati e, se per farlo, devono rompere il vaso cinese dell’epoca Ming che tenete sotto una teca con allarme inserito…be’, non si faranno scrupoli ad agire. Ma è solo perché ci amano, perché il valore che danno a se stessi è il valore che NOI diamo a loro. Hanno bisogno di noi per diventare adulti maturi e consapevoli. Non vogliono sfidarci perché ci odiano o perché hanno capito che possono ottenere tutto così. Stampatelo in testa. Il bambino non ci sta sfidando. Facciamo un bel respiro profondo, chiudiamo gli occhi, ricordiamo a noi stessi “mio figlio proprio in questo momento ha bisogno di me, non quando è tranquillo e sorridente, ha bisogno del mio affetto e della mia sicurezza proprio ora che SEMBRA oppositivo e provocatorio”. Siamo genitori maturi, sappiamo quello che stiamo facendo, manteniamo la calma e abbracciamo forte il bambino. Prima abbracciamo, poi parliamo. Lui ci ama immensamente.
– GIOCARE: i bambini imparano per imitazione e per gioco. Possiamo ripetere 2756 volte la stessa regola, ma i bambini non ascolteranno MAI finché non inizieremo a divertirci e a far divertire anche loro. Allora, qualunque cosa dobbiate fare, che sia lavare per terra mentre loro fanno altro o coinvolgerli nella preparazione pre-scuola, fatelo sotto forma di gioco. I miei figli amano i salvataggi dei pompieri, le fate, i boschi incantati, i trattori e le ruspe, le missioni in incognito e molto altro. E allora, qualunque cosa dobbiate fare, create un mondo fantastico perché sia molto più attraente per tutti. Se avete dubbi o il vuoto mentale, scrivete pure nei commenti qui sotto o in messaggio privato su facebook, cercherò qualche idea da provare a mettere in pratica. Tentar non nuoce!
4) Per concludere, dopo aver pensato la regola e averla applicata (o almeno averci provato), bisogna accogliere la frustrazione del bimbo che dovesse scoppiare a piangere perché non vuole fare una cosa o perché ne vuole fare un’altra non permessa. Il gioco è sempre lo stesso: respiro profondo – disidentificazione, – mantra “non mi sta sfidando, ha bisogno di me” – accovacciati per terra – occhi negli occhi – braccia aperte – “Amore, lo so che sei tanto arrabbiato. Mi dispiace tanto, ma non possiamo fare proprio diversamente. Capisco che hai voglia di piangere e urlare, piangi pure se ti fa stare meglio, mamma è qui pronta ad abbracciarti quando ne hai voglia. Non sono arrabbiata con te. Ti voglio bene” – cercare una soluzione alternativa affinché sia contento – DIVERTIRSI!!!!
Quindi, riassumendo, le regole le do io, le devo pensare bene affinché siano poche e giuste e adatte al bambino, una volta che lo dico devo cercare di mantenere quel che ho detto, ma se ho proprio detto una castroneria e me ne accorgo, dico semplicemente a mio figlio “scusa, ero sovrappensiero, mi sono sbagliato. Questa cosa si può fare”; rispettiamo noi la regola, li aiutiamo a rispettarla stando vicini a loro e soprattutto giocando, accogliamo la loro frustrazione, la loro reazione negativa… e accogliamo anche la nostra: se anche il bimbo non ubbidisce non vuol dire che siamo pessimi genitori! L’importante è che li amiamo! E sul fatto che i nostri bimbi siano amati non ho neanche mezzo dubbio, e tanto basta